Articolo Cucina Alimenti
Il curry: benefici e proprietà freccedomenica 3 novembre 2013      


Il curry è un alimento di origine indiana, con importanti proprietà curative e capace di donare specifici benefici al nostro organismo. E’ formato da una miscela di spezie, prima tostate e poi triturate, diverse a seconda della regione di provenienza, anche se ci sono alcuni ingredienti standard che sono sempre presenti, come la curcuma, il cardamomo, il coriandolo, lo zenzero, il cumino, la noce moscata, il fieno greco, la cannella, i chiodi di garofano e il peperoncino. In commercio è possibile trovarlo sia sotto forma di polvere e, in questo caso la confezione, una volta aperta, va consumata in breve tempo per non fare perdere le qualità organolettiche della miscela, sia in pasta.

Il suo nome originale è “masala” e le miscele più note sono il “Garam Masala” e il “Tandoori Masala”, utilizzate sulle tavole dei ricchi signori orientali. A queste ultime si aggiungono, poi, olio oppure burro o latte di cocco, in base al luogo di preparazione e al tipo di condimento che si vuole ottenere per insaporire riso, carne o pesce. I principali benefici connessi al consumo del curry sono tutti legati alla presenza nella miscela di curcumina, il principio attivo della curcuma responsabile del colorito dorato della polvere, la quale, generalmente, rappresenta circa il 5% della radice essiccata. Il curry, dunque, se sciolto in minestre e zuppe calde, mostra proprietà disinfettanti per l’apparato gastrointestinale e facilita la funzione digestiva.

Inoltre, regola i processi metabolici e aiuta a bruciare i grassi. Riduce anche i rischi di danni cardiaci e alcuni studi hanno mostrato una sua attività antitumorale, poiché la curcumina andrebbe a migliorare la reazione ai farmaci da parte di tutte quelle cellule neoplastiche, che altrimenti si rivelano resistenti nei confronti della terapia. Infine, il curry svolge un’azione difensiva verso i neuroni in caso di Parkinson e di Alzheimer; ricerche recenti hanno evidenziato come la popolazione indiana presenta un’incidenza di queste malattie sette volte inferiore rispetto agli Stati Uniti d’America.

Per dovere di informazione va, però, anche ricordato che chi soffre di malattie a carico delle vie biliari, quali la presenza di calcoli, non dovrebbe assumere curry, perché questo aumenta la secrezione di acidi biliari. E chi è affetto da ulcera gastrica o da gastrite ugualmente non dovrebbe assumere curry, dal momento che questo è ricco di pepe e peperoncino, che potrebbero causare un aggravamento del processo infiammatorio della mucosa dello stomaco. Se va bene in gravidanza, invece nel periodo di allattamento le donne dovrebbero eliminare dalla propria dieta il curry. Al di là delle sue proprietà curative, il curry è, comunque, un ottimo insaporente degli alimenti. Dona un gusto particolare alle nostre pietanze e aiuta a non esagerare con il consumo di sale, che può essere del tutto eliminato quando si sceglie di dare gusto ai nostri piatti avvalendoci delle spezie. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Sabrina  Rosa - vedi tutti gli articoli di Sabrina  Rosa



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Inoltre, regola i processi metabolici e aiuta a bruciare i grassi. Riduce anche i rischi di danni cardiaci e alcuni studi hanno mostrato una sua attività antitumorale, poiché la curcumina andrebbe a migliorare la reazione ai farmaci da parte di tutte quelle cellule neoplastiche, che altrimenti si rivelano resistenti nei confronti della terapia. Infine, il curry svolge un’azione difensiva verso i neuroni in caso di Parkinson e di Alzheimer; ricerche recenti hanno evidenziato come la popolazione indiana presenta un’incidenza di queste malattie sette volte inferiore rispetto agli Stati Uniti d’America.

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